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L’Europa deve il suo nome ad una principessa fenicia

Il nome Europa è quello di una principessa fenicia rapita da Zeus, il padre degli dèi greci.


Il mito racconta che a Tiro (oggi nel Libano), viveva una principessa il cui nome era Europa, figlia del re Agenore. Una notte Europa fece un sogno: due Terre, che avevano assunto l’aspetto di donne, si disputavano la sua persona. Una, la Terra d’Asia, voleva tenerla presso di sé, l’altra, la Terra della sponda opposta, voleva portarla via sul mare, per ordine del re degli dèi, Zeus.
La principessa Europa, svegliatasi, andò a cogliere fiori lungo la costa fenicia. Un toro possente ma mansueto, emerse dalle onde e convinse la principessa a salirgli in groppa. Si innalzò poi in volo e le rivelò di essere Zeus… La condusse nella grande isola greca, Creta, si unì a lei ed essa divenne madre di nobili figli, tra cui Minosse, destinato a diventare il primo e leggendario re di Creta, e l’iniziatore della civiltà minoica, la più antica civiltà europea a conoscere la scrittura.

Il termine “Europa”, dunque, cominciò a essere usato nell’antica Grecia per indicare l’area dove si estendeva la civiltà ellenica. Nella mentalità greca, l’Europa era l’Occidente, la terra dei Greci e della libertà, in contrapposizione all’Oriente, la terra dei Persiani e della schiavitù.

Dalla cultura greca l’idea di Europa si trasmise a quella romana. Ma per i Romani questa idea fu ben poco vitale. I Romani preferirono utilizzare le espressioni Occidente (Occidens) e Oriente (Oriens) piuttosto che «Europa», relegando questo termine e il relativo «Europei» al solo territorio di una piccola provincia nell’estremo lembo orientale dell’impero, coincidente con l’attuale zona europea della Turchia.

Come per i Romani sull’idea di Europa prevalse quella di Romanità, così nella cultura medievale prevalse quella di Cristianità. Questo termine esprimeva l’identità del mondo civile, in quanto cristiano, contrapposto al mondo barbaro e pagano.

L’imperatore Carlo Magno è spesso ricordato nei documenti dell’epoca come rex pater Europae («re e padre dell’Europa») o Europae venerandus apex («venerando culmine dell’Europa»), ma in questi appellativi il riferimento all’Europa è puramente geografico (certo si trattava di un’Europa in formazione, che comprendeva solo l’area tedesca, francese e italiana). Il contenuto morale, culturale, politico del suo dominio veniva espresso con altri termini, dove era costante il riferimento alla religione cristiana e alla sua Chiesa.

Significativo il fatto che nel Medioevo il termine Europeensis, «europeo», rimanga praticamente ignoto e che per indicare gli abitanti del continente si usasse invece il termine fideles, «fedeli».
Nel Medioevo dunque si consolidò un’Europa cristiana, che nel XV secolo trovò la sua “frontiera” nella penisola balcanica e lungo il Danubio, là dove avevano inizio i possessi dei nuovi dominatori turchi ottomani di religione musulmana che nel 1453 conquistarono Costantinopoli (cambiandone il nome in Istanbul).

A partire dal XV secolo, presero progressivamente forma gli stati nazionali moderni, governati da monarchie; i primi a formarsi furono quelli di Francia e Inghilterra. La costituzione degli stati nazionali in Europa, per come oggi li conosciamo, fu un lento processo che proseguì fino all’Ottocento, quando giunse a compimento l’unificazione di paesi come l’Italia (1861) e la Germania (1871).

Nel XIX secolo, seppure in un contesto di accesi nazionalismi, l’Europa venne intesa come patria spirituale e culturale degli europei, qualunque fosse la loro nazione di origine. Ricordiamo, per esempio, che accanto alla “Giovine Italia”, associazione che lottava per l’indipendenza della nazione italiana, Giuseppe Mazzini fondò nel 1834 la “Giovine Europa”, un movimento transnazionale che mirava all’affermazione dei principi di fratellanza e associazione tra i popoli. Si trattava comunque  di ideali professati da ristrette élite di intellettuali.

Per assistere alla concreta costruzione dell’unità politica dell’Europa, e alla nascita dell’Unione Europea, bisognerà aspettare il XX secolo, a ridosso dei due grandi conflitti mondiali (Prima guerra mondiale e Seconda guerra mondiale).

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